Uscita del 25 novembre 2006

Di buon'ora i Lupi si presentano al ritrovo di partenza, fissato alla periferia di Marano. Durante la settimana sono cadute frequentemente delle piogge che hanno reso viscidi i fondi, si prospetta quindi una uscita caratterizzata da fango e fondo insidisoso.
Il primo tratto prevede l'attraversamento del Bisser, che ha già assunto una netta connotozione autunnale, con pozzanghere e fondo viscidissimo. L'avanzata è quindi resa molto impegnativa, ma avviene comunque regolarmente.
la successiva salita, sulla destra, vede sassi smossi e pietre scivolose a causa dell'umidità. Richiede pertanto una sapiente dosatura dell'erogazione, per evitare slittamenti del posteriore.
Bisogna mantenere la traiettoria dosando il gas e correggendo le inevitabili sbandate.
E alla fine le mulattiere insidiose vengono superate. C'è come sempre una grande soddisfazione.
Giunti sulla somità del Monte del Termine uno spettacolo grandiosi si presenta agli occhi dei Lupi. Le valli sono avvolte dalle nebbie, da cui spuntano solo i maggiori rilievi. Uno spettacolo che si ripete spesso durante la stagione invernale, ma che lascia sempre stupiti ed affascinati Piloti, come la prima volta.
La temperatura dell'aria in quota è calda, mentre nei fondovalle è più fresca. L'inversione che ne risulta mantiene l'umidità e le nebbie a bassa quota, mentre il clima in alto è eccellente.
Ecco il Randez Vouz con Loris ed Aldo. I Piloti della casa di mattighofen si aggregano al Gruppo e si prosegue verso le alture appenniniche.
Poco oltre, il mezzo di Attilio subisce un incidente meccanico. E' ancora assente il Capo Officina, appiedato da diverse settimane ormai. Ringhio provvede alle operazioni necessarie.
Il guasto al radiatore obbliga Attilio al rientro.
Si riparte verso le orride gole.
La salita è decisamente impegnativa. Spesso si ricorre alla spinta. I pneumatici posteriori non fanno presa sulle pietre rese viscide dall'umidità e sulla fanghiglia che in certi tratti rende problematico perfino il passaggio a piedi.
Sulla roccia al lato della ripida mulattiera una icona è incassata nella pietra.
Con fatica si guadagnano metri su metri. Tenacemente spingendo e faticando i mezzi avanzano su un fondo impossibile.
A tratti vi sono falsopiani che permettono di recuperare energie. Sono veramente utili, perchè lo sforzo fatto nei ripidi ganci è decisamente pesante e mette a dura prova la resistenza fisica.
Ci si aiuta reciprocamente a superare la difficoltà. E' grande Enduro.
Finalmente, lentamente si guadagna la vetta. In alcuni tratti bisogna letteralmente portar su di peso i mezzi fumanti per lo sforzo.
Non una lamentela, non una imprecazione. Con determinazione, volontà e impegno la difficoltà è affrontata e superata.

Non servono commenti a volte. le immagini sono eloquenti di per se stesse.
Le avventure non sono finite. Un mezzo scivola nel vallone sottostante. La manovra di recupero è laboriosa ma alla fine ha successo. L'uscita si conclude positivamente, rimane come sempre la soddisfazione per essere riusciti a vincere le difficoltà e ancor di più la voglia di risalire in sella per nuove divertenti avventure!