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Alle ore 9.00 puntuali, si parte da Vignola,
Marcello, Antonio, Pelo e Dino.
Rik è presente alla partenza per augurare un buon giro e soffrire di
invidia |
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Il giro prevede un velocissimo avvicinamento
a Savigno, per essere il più in fretta possibile al mitico santuario
dell'Enduro, la cui fama è dovuta alla tecnicità dei tracciati, alla
bellezza dei paesaggi, alle belle storie che raccontano di mitiche
imprese, alle gare nazionali ed internazionali qui disputate.
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Inizio a bomba con la "Stricadora", facciamo
poi il solito giro passando per i "fondi" (la gola tra le rocce) .
Arrivati alla fine dei fondi, il percorso prevede una salitella con
dente molto ostico che inizialmente si pensava di aggirare per
non spomparci subito.
La testimonianza di Marcello: " Pelo ci ha
caricati come delle molle facendo da apripista regalandoci il
coraggio di affrontare la salita e godere di queto antipasto " |
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Pelo era incontenibile e la sua
honda ha superato un' esame durissimo |
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Percorso in sottobosco monotrack poi di nuovo
parte dei fondi in salita.
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Lungo i fondi ecco il salto, sempre molto
spettacolare, in un ambiente decisamente impressionante |
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Continua Marcello: "mi ero
preparato ad un enduro hard con zaino con all'interno badile
pieghevole e corda (che non abbiamo utilizzato), ma non avrei mai
immaginato una giornata cosi ricca di soddisfazione" |
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Tratti "hard" si alternano a paesaggi molto suggestivi |
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Un tratto in forte pendenza viene superato con
l'aiuto degli amici. |
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Passaggi di alta spettacolarità si
susseguono uno dopo l'altro, grande la soddisfazione quando si
riesce a scollinare. |
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E' visibilissima la fatica sui volti dei piloti, protagonisti di
gesti tecnici di grande rilievo. |
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Le Torcole in salita
" le avevo fatte solo una volta in discesa, sono avvolte da leggenda
e da racconti infiniti da parte degli induristi, si dice che Remo le
abbia fatte in salita con la bicilindrica, ma quella è un' altra
manetta. "
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Comunque per un amatore
fare questa salità è di grande soddisfazione |
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" arrivato alla sommità di un punto difficile vedo due enduristi
sulla mia destra in alto (vedi dove Dino è caduto) che mi chiedono
un' informazione. Assecondato dalla trazione eccezzzzzionale del mio
K, affronto la roccia senza problemi e li raggiungo con enorme
sorpresa per non essermi ribaltato. Chiedo con timore se si trattava
dell' attacco della salita delle Torcole e loro me lo confermano.
Loro ci provano, e non sentendoli tornare ho coinvolto il gruppo a
tentare l'impresa. " |
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Continua il racconto Marcello: "E' una salita con
gradoni di roccia che per un buon tratto non da respiro, per me due
cappottamenti nel vero senso della parola, per gli altri penso più o
meno"
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Avevamo fatto solo 25 km di enduro, ma era come averne
fatti tanti di più |
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Le foto panoramiche sono prese dalla sommità
delle Torcole, purtroppo la mancanza di ossigeno mi ha fatto
dimenticare di fare qualche foto nella vera salita |
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La giornata non è ancora finita,
Antonio conosce la partenza di un' altra famosa salita, Il Meladello.
Bellissima, è una salita monoruota in sottobosco tra le rocce, molto
lunga che sale sul Monte Vignola. Il mio K oggi era veramente molto
in forma, l'ho fatta tutta di un "fiato" con il motore sempre
sottocoppia usando la frizione per mantenere un basso numero di
giri. Ragazzi il mio K125 è veramente una gran moto, sottocoppia si
arrampica dappertutto e se apri va veramente forte. Arrivati alla
sommità incontriamo altri enduristi che stanno per andare a fare il
"Niagara". Purtroppo sono quasi le 12.30 e alle 13.00 "dobbiamo"
essere a casa. Alla prossima |
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