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In Appennino tornano i Lupi
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BOLOGNA — Tornano i lupi. Meno male. Dopo quasi un secolo il lupo ha
fatto la sua ricomparsa sull'Appennino bolognese. Quattro branchi di
lupi, dai dieci ai venti esemplari, sono stati avvistati dalla Polizia
provinciale, dopo 4 anni di indagini, lungo i crinali dell'estremità
ovest del territorio, dal Corno alle Scale al fiume Senio.
«E' un ottimo segnale — commenta Willy Regione, coordinatore del
Progetto Life di monitoraggio sul lupo, finanziato dall'unione europea e
confinanziato dalla Regione Emilia-Romagna —, ma la loro presenza è
ormai una realtà da diversi anni. La loro ricomparsa anche nel nostro
Appennino è importante perchè significa che si è ricreato un sistema
di disponibilità di prede. La condizione perchè i lupi siano stabili e
si riproducano è che trovino il cibo: cinghiali, cervi, daini,
caprioli...».
Il Progetto Life parte dal Parco del Gigante sull'Appennino reggiano
(dove forme diverse di monitoraggio esistono dal 1997) e dal 2000 è
stato esteso al Parco del Frignano (Modena) e a quello dei Centolaghi
(Parma).
Ma in che consiste il monitoraggio? «Sono tre — spiega Willy Regione
— le tecniche principali: il 'wolf howling', con l'emissione di
ululati a cui rispondono i cuccioli, lo 'snow tracking' per cercare le
tracce degli animali sulla neve e il 'tracking', con la ricerca di segni
attraverso la presenza delle feci dell'animale».
E in che misura questo viene effettuato sul territorio regionale? «La
Regione Emilia-Romagna è molto attiva in questo campo. Oltre al
Progetto Life esiste una convenzione della Regione con l'Istituto
nazionale della fauna selvatica cui concorrono tutte le province
(escluso Piacenza) con campioni genetici trovati sul territorio. Ma non
c'è dietro un monitoraggio standardizzato. E poi c'è il Parco
nazionale delle Foreste casentinesi dove da anni il dottor Boscagli
conduce un progetto di ricerca».
Il lupo è una specie protetta? «Superprotetta: dalle leggi dello Stato
e dalle direttive Ue. Il lupo è stato definito: animale di prioritario
interesse comunitario. Anche se, purtroppo, non più tardi di due mesi
fa abbiamo rinvenuto sopra Ligonchio una femmina adulta ammazzata da un
laccio di un cacciatore di frodo».
I lupi possono rappresentare un pericolo? «No, tranquilli — sorride
Willy Regione —. Queste credenze fanno parte di retaggi culturali
ormai datati: pericoli reali non ce ne sono proprio».
Nel Bolognese i primi segni di presenza del lupo sono stati rilevati nel
marzo 1990, nel comune di Lizzano in Belvedere, col ritrovamento di una
femmina adulta morta con un boccone avvelenato. Nove anni dopo, nello
stesso comprensorio, è stato accertato il primo caso di riproduzione
(ottobre 1999).
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