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TU A QUALE CATEGORIA APPARTIENI?
Bert, un vecchio endurista, si è divertito tra il serio ed il faceto a stilare una macro suddivisione del
nostro eterogeneo popolo citando alcune esperienze. Ho ripreso il suo
racconto e lo propongo alla vostra attenzione. Per questione di privacy i luoghi ed i nomi dei partecipanti non vengono
citati, la cosa l’ha scritta col puro spirito di fare quattro risate
ma dice che è la pura verità.
Penso che ognuno di noi appartenga con percentuali diverse a queste
categorie.
Categoria : Enduristi da bar
Età : solitamente giovanissimi
Moto : bellissime
Capacità enduristiche : prossime allo zero
Note particolari : spocchiosi
Un venerdì mi telefona un mio amico concessionario dicendomi che ha
appena consegnato un moto nuova ad un ragazzo di 20 anni che partecipa
al campionato regionale, siccome abita da poco nelle nostre lande mi
prega di farlo scorazzare con i suoi amici, ovviamente non mi aveva
chiesto se avevo altri programmi aveva già dato il mio numero di
cellulare al giovane pilota. Va bene ! Tanto noi vecchi abbiamo lo
spirito e la pazienza di fare la chioccia…anzi ci piace.
Domenica mattina io ed il mio compagno di avventure ci troviamo puntuali
come la morte e dopo dieci minuti arrivano 3 martufelli, uno con un
“K” nuovo (era lui il pilota), uno con un Kawasaki, nervoso e
taciturno teso come se dovesse partire per una speciale del mondiale. Il
terzo un tipo speciale come la sua moto….che dico moto, un oggetto che
farebbe rabbrividire la moto di Merriman, praticamente un WR dove di
serie c’era solo il telaio, il resto era un coacervo di alluminio,
leghe speciali, titanio, berillio, carbonio a profusione, serbatoio in
alluminio lucidato a specchio, convogliatori in carbonio (assurdi),
sottosella in carbonio ecc.ecc., sospensioni Ohlins ma non quelle che
trovi in giro così, ma arrivavano direttamente dalla casa
produttrice…..mi apostrofa il padrone di tale bellezza dicendomi
“sai mio papà quando va negli Stati Uniti mi compva i pezzi che gli
dico io e così ho una moto unica e leggevissima” se la “r” moscia
mi è sempre piaciuta stavolta mi faceva girare gli zebedei.
Guardo sconsolato la mia WRrrina fiammante che come mi vede ammoscia i
parafanghi ed il manubrio come le orecchie di un cocker.
Veloce briefing e si parte, rassicuro la mia motoretta che non avrò
altro che lei e che i pezzi dell’altra mi sembravano le tette e le
labbra della Parietti….una montatura…insomma qualche balla bisogna
pur raccontarla a volte.
Entriamo nella sterrato e dopo un paio di curve il tipo con la Kawasaki
mi si affianca scodando in frenata e derapando come un ossesso ed
intanto tira della sgasate a vuoto per fare capire la sua impazienza,
cerco di dirgli telepaticamente “pirla ! Vicino all’asfalto vado
piano perché puoi trovare gente” il mio messaggio telepatico non
arriva tant’è che il lobotomizzato prosegue nel vano tentativo di
ingarellamento, appena possibile aumento decisamente l’andatura ed il
Kawa mi sorpassa in una impennata da paura, ma chi è costui Jordi
Tarres o Cannobbio incontrastato re delle penne ? Non fa niente
proseguiamo sino ad una curva dove se non c’era qualche santo che mi
guidava tagliavo in due il Kawapirla che mi si era messo davanti non
vedendo che c’era una curva secca, al chè mi rompo e con un cenno
chiamo il mio compagno e gli dico “percorso 1 variante 2” mentre
annuisce mi grida qualcosa come “’stardo”, d’altronde questa
giovane esuberanza va giustamente appagata.
Dopo un paio di strappetti dove perdiamo i nostri nuovi compagni ci
fermiamo ad aspettarli e ripartiamo alla volta della prima punizione
solo una cinquantina di metri di mulattiera viscida con sassi lisci che
per altezza e posizione sembrano messi ad arte per mandare in
disequilibrio una moto, io ed il mio compagno partiamo tranquilli dopo
aver raccomandato ai giovincelli di tenere il gas costante di stare in
piedi e con le gambe flesse.
Dopo giusto una quarantina di minuti i tre passano il Piave con la
faccia stravolta ed io con fare rassicurante da sergente dei Marines gli
dico che il peggio deve ancora venire, comunque li lascio riposare.
Mentre si riposano ai tre spiego cosa li aspetta, ovvero la variante 2,
un tratto hard ma non viscido come quello appena percorso, grip ce n’è
a volontà, è solo roccia però sassi smossi e poi dopo la curva dovete
aumentare la velocità perché troverete una parete di roccia scalinata
in modo irregolare e occorre avere inerzia ed alzare la ruota davanti al
momento giusto, vedevo le loro maledizioni uscire dalle orecchie….ma
non una parola.
In effetti si tratta di una trialera intesa nel senso da farsi con le
moto da trial e se cè bagnato pure con quelle fatichi. Io ed il mio
amico percorriamo il primo tratto sapendo che è inutile percorrerla
tutta tanto quelli non arriveranno mai.
Ci fermiamo, facciamo pipì, beviamo, veloce controllo alle moto e
partiamo a piedi alla volta del recupero corda alla mano. Mentre
scendiamo si sente un rumore di carbonio che sbatte contro le roccette
ai lati della trialera, le altre due moto ronzano ancora un paio di
minuti poi il silenzio totale. Lo spettacolo è come me lo
immaginavo..il tipo del Kawa di quelli che non si fermano mai rimette in
moto la belva e va avanti a fare burnout su un sasso liscio, erre moscia
che ha la moto che neanche Merriman può avere mugugna qualcosa perché
il telaio si è graffiato mentre per le centinaia di euro di pezzi da
cambiare non è un problema “tanto papà me li ricompva, poi la
mavmitta non si è fatta niente pensa che covsta 2500 dollavi”. Non
menziono le scuse puerili dei due che tornano indietro mentre il pilota
del “K” spinto dal motto dell’endurista “nel dolor la felicità”
si fa spingere, lo faremo più volte in quella mattinata ma volentieri,
il premio più bello è stato quando al termine il giovane compagno ci
ringrazia dicendo di aver capito la lezione. Se da un lato sono stato
propedeutico per uno che ha poi preso la carriera enduristica,
dall’altro mi sono iscritto nel registro dei “bastardi” perché
quella mattina per la prima volta ho perso la pazienza.
Categoria : Enduristi professional
Età : dai 25 ai 35 anni
Moto : ovviamente race oriented
Capacità enduristiche : massime
Note particolari : che manetta !
Di solito le vere manette nel nostro mondo, a parte le dovute eccezioni,
non se la tirano anzi sono campioni di umiltà come il nostro duro sport
richiede, ed ho avuto la conferma di recente quando per ragioni di
lavoro mi sono trovato in un posto dove sono riuscito a creare un
contatto, il “contatto” mi spiega che al bar “xxxx” alla
domenica mattina si trovano due compagnie una di manette toste ed una di
vecchietti!! Tra me e me penso spero di non trovare le manette.
Siccome sono quasi svizzero arrivo al bar con mezz’ora di anticipo e
trovo due piloti a cui chiedo, presentandomi, se appartenessero alla
categoria manette o ai vecchietti, ghignando mi dicono che corrono
nell’italiano e nel regionale ed uno mi fa un esame orale, “riesci a
fare le mule bastarde?” rispondo con un timido si “ed i passaggi
trialistici” annuisco ma preciso “sono un bradipo e come tale salgo
ovunque ma con il suo passo”, “allora non ti preoccupare, vamos!!”.
Chiedo ma i vecchietti quando arrivano? Mi rispondono “tardi e poi non
è detto che escano sono delle mezze pippe”.
Devo dire che quella è stata una delle più belle e dure mattinate di
enduro della mia vita, ho visto posti bellissimi e mule irripetibili. Il
mio allenamento da computer e la moto di 15 kg più pesante mi
obbligavano a soste per riprendere fiato ed intanto osservavo questi
enduro-scoiattoli buttarsi in discese da brivido mentre io frenavo anche
con i piedi. Ad ogni bivio dubbio mi aspettavano, capii che mi fecero
fare sulle prime delle mule propedeutiche alle seguenti, e visto che
arrivavo in cima pur se al mio passo incominciò il festival ..azzolina
roba dura da sfinimento e loro freschi come una rosa appena colta. Quasi
al termine del giro ero distrutto, ci fermammo in un bar e mentre
ingurgitavo, completamente privo di liquidi, una mega birra il pensiero
era di chiedere per favore di essere sotterrato nel piccolo cimitero di
montagna e di avvertire mia moglie che nel testamento olografo non avevo
menzionato le moto, ditegli di venderle subito perché mia figlia marca
male vuole l’endurina da 50 cc della Beta, con il
ricavato delle mie moto la ragazza si paga gli studi superiori e
l’università. I miei pensieri vengono bruscamente interrotti dal capo
banda che mi dice “Se non ci fermavamo avevamo un vantaggio di almeno
mezz’ora, comunque ti sei arrangiato da solo, quando vuoi sai dove
trovarci”.
Questa accettazione mi diede l’energia per arrivare a casa, mi apparto
per avvertire con il telefonino mia moglie dicendo che tutto era andato
bene e di preparare la bombola dell’ossigeno del nonno perché, perchè
…non ti preoccupare.
Non andrò più con loro perché mi spiacerebbe interrompere il ritmo
che atleti di quel livello devono avere.
Categoria : Enduristi vecchietti race oriented "S"
Età : over 35
Moto : special
Capacità enduristiche : buone
Note particolari : devono dimostrare di essere ancora giovani, per loro
il tempo non è passato, "S" perchè è una categoria
veramente speciale, unica direi
Conosco in un negozio un simpatico coetaneo endurista e come capita
spesso, ci si invita reciprocamente al “giro settimanale”, accetto
per prima io e ci diamo appuntamento per il sabato mattina, prima di
lasciarci chiedo al mio interlocutore ma a che andatura andate ?
“Tranquillo, siamo tutti sposati”…la risposta non mi era piaciuta.
Come sempre in anticipo mi presento al bar, sono solo, per forza sono il
solito quasi- svizzero pirla, comunque alla 8 e mezza non c’è
nessuno, alle 9 meno cinque arriva il primo personaggio, e nell’arco
di mezz’ora arrivano quasi tutti con molta flemma. Il comportamento
tipo è quello dello svaccamento sulla povera sedia nel portico di
questa bellissima piazzetta, alcuni hanno gli stivali e le giacche
aperte, c'è chi ordina cappuccio e brioche e chi un panino con la birra
(che fisico !), comunque il tutto nella massima calma e io
comincio a spazientirmi, verso le 10 meno alcuni cominciamo ad accendere
le moto, alcuni ruttano in segno di approvazione (che fisico!).
Partiamo e facciamo 15 chilometri di asfalto ad andatura da moto GP, ho
capito come è nato il supermotard ! Paeselli, semafori, fattorie,
curve, borghi e quant’altro in cui ci si imbatte viene passato in
quinta piena, ma i bambini ? Le vecchiette ? I cani ecc. se ne
incontriamo uno non abbiamo il tempo di frenare, ad un certo punto ho un
rigurgito, non è possibile ingarellarsi in questo modo e rallento,
comunque oramai non mi perdo perché siamo nello sterro, nessuno si
ferma, via a manetta ! Ma vanno molto più forte delle vere manette,
c’è qualcosa che non mi quaglia, aspetto ancora un po’ per avere la
conferma ai miei pensieri. Due – tre chilometri di mula impestata ad
andatura da mondiale, ma cavoli come fanno a reggere questo ritmo ? No
problem, innesto le mie ridotte e vado gagliardo a buon passo…da
bradipo. Al primo pianoro trovo gran parte della compagnia stesa per
terra chi con panza fuori a rinfrescarsi, chi fuma, chi beve, un clima
tipicamente da Gay Pride. Ovviamente sono in compagnia e ci si aspetta,
tolgo il casco e aspetto una ventina di minuti, si riparte, dopo poche
centinaia di metri il compagno che ho davanti cade, e siccome non gli
partiva la moto lo aiuto, alla fine si riaccende e con un grugnito di
ringraziamento riparte a fuoco. Corro alla mia motoretta e via, mula
dura ma fattibile arrivo ad un bivio ma non c’è nessuno, ma gli
insegnamenti di Tex Willer mi ricordano che Aquila della Notte scendeva
da cavallo e andava a piedi in cerca delle tracce, le trovo! E via
sempre più gagliardo ormai sono al massimo delle mie performances so
che posso spingere ancora un po' ma poi il controllo della moto non c’è….
il bradipo ha i suoi limiti, intanto mi domando che cappero di enduro è
una sparata all’ultimo respiro e poi fermarsi 20 minuti, mi sembra un
enduro con l’eiaculazione precoce.
Raggiungo il gruppo e non chiedo spiegazioni perché ho capito che non
sono gradito, strano nel nostro sport, ma vero. Si riparte e cominciano le prime defezioni,
il ritmo forsennato dei primi non può essere tenuto da tutti c’è chi
si perde, chi scivola, chi abbraccia alberi, cominciano le telefonate
per ritrovarsi e dopo un’ora il gruppo si ricompone. Partenza come al
solito a razzo e ridai con i dispersi e le cadute, la scopa ne tira su
un paio, poi fancula il successivo, mi fermo solo se veramente merita un
aiuto.
Comunque ormai capito l’antifona ai bivi seguenti vado a naso e
siccome ho un buona canappia GPS centro quasi tutti i bivi poi ad un
certo punto mi trovo in un posto bellissimo dove penso di trovare
cappuccetto rosso, purtroppo segni di passaggio nisba.
Macchisenefrega ! Tanto ormai siamo alla fine, cerco la via del ritorno.
La morale : per quanto bello fosse il percorso la gente "cacca culo"
ti rovina la poesia, non so quanti di questi enduristi ci sono, io
fortunatamente ho conosciuto solo loro nella mia vita.
Categoria : Enduristi vari
Età : 20 - 70
Moto : di tutto, di più
Capacità enduristiche : da zero a cento
Note particolari : sono veramente quelli che noi definiamo pane e
salame, compagnoni, sempre pronti ad aiutarti, goliardici e sono
fortunatamente la maggioranza
Rimando ad altra sede la suddivisione di questo variegato microcosmo,
certo che qui lo spirito agonistico c’è ma è velato, ogni tanto ci
si ingarella ma dura cinque minuti.
Ci si aiuta, ci si prende per i fondelli “cazzarola ! Ma che pippa sei
? Dopo vent’anni ti fermi sempre nello stesso punto!”, e finisce lì.
Certo anche qui ci sono le eccezioni, il pirla di turno che quando guada
la pozzanghera e sa che dietro c’è un compagno… ma apre tutta la
manetta e inesorabilmente annega il povero malcapitato.
Oppure non guarda se qualcuno ha bisogno di aiuto. Ma senti la passione
per la moto e per il fuoristrada, il desiderio di incontrare la
difficoltà e di superarla, e il piacere per la compagnia.Queste sono le
condizioni che ti fanno apprezzare lo sport del
fuoristrada:allegria,amicizia e divertimento condite con un pizzico di
agonismo, soprattutto a pranzo e cena.
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